“Per ogni bambino, un mondo pulito e sicuro in cui crescere” Il SAI di Bronte aderisce all’iniziativa UNICEF

Il SAI di Bronte partecipa all’iniziativa in programma domani, venerdì 27 Maggio nella Provincia di Catania.

“La sopravvivenza, lo sviluppo e la protezione dei bambini sono centrali per lo sviluppo sostenibile”

L’impegno e l’azione globale per proteggere i diritti dei bambini e migliorare il loro benessere dovrebbero essere messi al centro dei piani e delle strategie per lo sviluppo sostenibile. Per definizione, lo sviluppo sostenibile implica una responsabilità intergenerazionale – la responsabilità collettiva di assicurare ai bambini di oggi e ai loro futuri figli un mondo più sicuro, più pulito, più sano e più inclusivo.

Un futuro sostenibile richiede che i bambini abbiano l’opportunità di crescere sani, istruiti e protetti dalla violenza e dalle privazioni. Richiede, inoltre, che abbiano accesso ai prodotti e ai servizi chiave forniti dall’ecosistema quali: acqua potabile, aria pulita e cibo.

Ancora oggi tali requisiti sono lontani dall’essere raggiunti: 180 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono irreversibilmente affetti da malnutrizione cronica (basso rapporto altezza/età). 783 milioni di persone non hanno ancora accesso a fonti migliorate di acqua potabile e 2,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienici di base. Questa terribile situazione è ulteriormente esacerbata dal degrado ambientale e dalla scarsità delle risorse.

Migliorare l’equità è la cosa giusta e intelligente da fare per lo sviluppo sostenibile
L’equità dovrebbe essere messa al centro dell’agenda per lo sviluppo sostenibile e dovrebbe essere un principio cardine degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

La crescita inclusiva su ampia scala migliora la vita dei bambini e delle famiglie che vivono in povertà.

Inoltre, abbiamo sempre più prove che, investendo nella salute, nell’istruzione e nella protezione dei cittadini più svantaggiati della società – affrontando dunque le ineguaglianze – è più probabile che si arrivi ad una crescita sostenuta e stabile. Un approccio basato sull’equità rappresenta un investimento efficace per il futuro.

Infine, è empiricamente dimostrato che l’iniquità è svantaggiosa per l’ambiente e per lo sviluppo economico. Migliorare l’equità non è dunque soltanto intrinsecamente giusto, ma è la cosa corretta da fare per assicurare risultati efficienti dal punto di vista dei costi per le persone e per il pianeta.

Mettere l’equità al centro dell’agenda globale implica maggiori investimenti in tutti gli ambiti sociali, nonché l’allocazione di risorse sufficienti per la raccolta di dati disaggregati con cui monitorare l’equità dello sviluppo.

La transizione ad un’economia verde dovrebbe essere su larga scala per poter combattere e ridurre le ineguaglianze esistenti
La transizione inclusiva ad un’economia verde necessita di un impegno globale a salvaguardare e a rafforzare i più vulnerabili.

Il passaggio a un modello di sviluppo più verde è un imperativo, ma questo nuovo modello deve anche essere inclusivo.

I soggetti più vulnerabili pagano già ora un prezzo salato per colpa di un modello di sviluppo non sostenibile. A costoro non può anche essere chiesto di pagare i costi di una transizione iniqua a un’economia verde.

Esempi di soluzioni di “economia verde inclusiva” comprendono:

Misure di protezione sociale connesse alla conservazione e al ripristino dell’ambiente, nei quali ognuno riceva uguali benefici economici dalla gestione delle risorse naturali
politiche che garantiscano informazioni trasparenti e partecipazione comunitaria alle decisioni relative alle attività delle industrie estrattive ed energetiche
politiche che allochino in modo equo i ricavi provenienti dagli investimenti in tecnologie più verdi, per fornire alle persone più svantaggiate le opportunità di costruire capacità locali ed essere pienamente partecipi dell’economia verde.

Occorrono maggiori investimenti globali nella sicurezza e nella resilienza delle comunità, soprattutto quelle più povere. Ciò è essenziale per un’efficace azione umanitaria, ma anche per lo sviluppo sostenibile, e richiede impegni a lungo termine, a cominciare dal sostegno finanziario.

I disastri e i conflitti mettono seriamente a repentaglio il benessere dei bambini, la crescita e lo sviluppo. Per esempio, è stimato che circa 375 milioni di persone all’anno sono a rischio solo per le conseguenze dei disastri climatici, e che due terzi della mortalità infantile (0-5 anni) si concentra in Stati affetti da conflitti e fragilità.

I disastri e i conflitti, inoltre, alimentano i cicli di esclusione, vulnerabilità, diseguaglianza di genere e povertà – aumentando i rischi e rappresentando una minaccia per lo sviluppo. Per esempio, è previsto che i disastri naturali prodotti dal clima colpiranno in maniera sproporzionata i più poveri e svantaggiati nel mondo, incluse le persone indigene, i bambini appartenenti a minoranze e i bambini con disabilità.

Mentre gli interventi globali e nazionali sono fondamentali per migliorare i meccanismi di resilienza, bisogna porre maggiore impegno sull’azione collettiva nelle comunità e nelle città, pure come su una migliore capacità di governance locale per identificare, prevenire e mitigare i rischi mentre ci si prepara a fronteggiare le possibili emergenze.

Rafforzare la resilienza dei bambini più svantaggiati nei contesti urbani è fondamentale, poiché si trovano sulla linea di fronte di disastri naturali, con scarso accesso ai servizi di base e mancanza di alloggi sicuri.

I bambini e i giovani sono agenti di cambiamento che contribuiscono allo sviluppo sostenibile
Far partecipare realmente i giovani a ideare, pianificare e realizzare soluzioni per lo sviluppo sostenibile dev’essere una componente necessaria in ogni azione locale per la sostenibilità ambientale

I bambini e i giovani di oggi e di domani, saranno i leader dello sviluppo sostenibile per le future generazioni. Dovrebbero essere messi nelle condizioni di avere influenza sul proprio futuro, di far valere i propri diritti e dare voce alle proprie preoccupazioni a livello internazionale, nazionale e comunitario.

Coinvolgere i bambini e i giovani non è solamente giusto in linea di principio, ma produce anche migliori risultati in termini di sviluppo sostenibile.

Va bene mantenere la “partecipazione virtuale” dei giovani alle negoziazioni internazionali sullo sviluppo, ma occorre concentrare l’attenzione soprattutto sul coinvolgimento dei bambini e dei giovani più vulnerabili a livello comunitario.

Ad esempio, l’esperienza delle “mappe dei rischi ambientali” elaborate da bambini e ragazzi che vivono in comunità esposte al rischio di disastri provocati dai cambiamenti climatici ha dimostrato che si ottengono risultati positivi per l’adattamento ai cambiamenti climatici stessi.

Analogamente, coinvolgere i bambini e i ragazzi nello sviluppo e nell’accesso alle “tecnologie verdi” – come lo sviluppo di fonti energetiche su piccola scala – può contribuire positivamente al loro benessere e creare migliori prospettive di lavoro per il futuro.

Fonte UNICEF

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