San Michele di Ganzaria – La cooperativa sociale Iride in collaborazione con la cooperativa LaborIntegra, il Comune di Mirabella Imbaccari e l’Istituto comprensivo “E. De Amicis” ha attivato i percorsi di educazione digitale a favore dei minori dagli 8 ai 14 anni, frequentanti la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado presso l’Istituto Comprensivo “E. De Amicis”. Tali attività, che coinvolgono gli alunni dei tre plessi scolastici di San Cono, San Michele di Ganzaria e Mirabella Imbaccari, sono previste all’interno del programma di servizio civile digitale “TUTTI CONNESSI 2.0” , attivato in questo territorio, e sono svolte con l’applicazione della metodologia della peer education attraverso la presenza in aula degli operatori volontari in servizio civile che parlano ai ragazzi.
I percorsi, nello specifico, sono finalizzati ad educare i ragazzi all’uso consapevole e responsabile dei dispositivi digitali e delle moderne tecnologie di comunicazione, mettendone in evidenza i vantaggi e i rischi insiti come il cyberbullismo e il phishing. È noto che i social network celano rischi sui quali è fondamentale informarsi per evitare spiacevoli conseguenze. La legge punisce, tramite il codice penale e normative ad hoc, fenomeni come la sextortion o il furto d’identità, tuttavia le minacce sono sempre in agguato. Non bisogna sottovalutare che Internet è un mondo virtuale ma con pericoli reali, sebbene le azioni vengano percepite come impersonali e non arrecanti danni a sé o agli altri. In particolare, è bene conoscere i rischi legati ai social network, per capire come evitarli: phishing, sextortion, cyberbullismo sono fenomeni puniti dalla legge, a proposito dei quali è necessario informare gli utenti, soprattutto i più giovani.
Per quanto riguarda i minori da un’indagine svolta da Save The Children è emerso che è sempre più precoce l’età in cui si accede ad Internet.
La percentuale di bambini dai 6 ai 10 anni che si connette ad Internet è del 54%, percentuale che arriva al 94% nella fascia di età tra i 15 ed i 17 anni.
In considerazione della sempre più precoce età di utilizzo dei social è necessario non sottovalutare i potenziali rischi. Ciò che si scrive e le immagini che si pubblicano sui social network hanno quasi sempre un impatto a breve ed a lungo termine sulla vita reale quotidiana e nei rapporti con le persone con le quali si interagisce ogni giorno.
Tutto ciò che si scrive e posta, poi, contribuisce a rivelare a terzi chi siamo, cosa facciamo, le nostre abitudini, le nostre condizioni di salute, il nostro tenore di vita, i nostri interessi, le nostre opinioni politiche, religiose, il nostro orientamento sessuale: insomma, tutte informazioni che consentono di creare un nostro profilo che servirà alle aziende commerciali per un marketing più mirato (basta cliccare un “mi piace” su una pagina di un social o su un commento per essere analizzati e etichettati).
Ogni volta che condividiamo qualcosa, dobbiamo pensare a chi potrà leggere (datore di lavoro o potenziale datore di lavoro, insegnante dei nostri figli, vicino di casa, conoscente) e dobbiamo valutarne l’opportunità chiedendoci, anche, se ciò che pubblichiamo ci potrà piacere tra qualche anno.
Al fianco dell’identità personale, si sono create le identità digitali che possono essere oggetto di furto e i giovani vanno assolutamente istruiti sui rischi che si corrono.